PALAZZO MARCHIONALE

PALAZZO MARCHIONALE

“[…] ove sono riposti i generi di grano e granone […] sono dati in fitto al canonico d. Felice de Arena […] obbligandosi ben tenere e non deteriore detto Locale da buon padre di famiglia, e giusta le norme della legge segnate”

1. CRONOLOGIA
Basa le sue fondamenta sull’“arx de’ Romani”; 600-610 d.C. ca.: la prova è la menzione di un kastron Taurata, che né fa il geografo Giorgio Ciprio; riedificazione con i Longobardi; 900-910: distrutto dai Saraceni; sec. XII sec.: ampliato dai Normanni per poter ospitare la famiglia del feudatario, nel contempo viene rinforzato con l’aggiunta del mastio o maschio (nella fortificazione è la parte più elevata e più forte del castello); 1101: primo feudatario conosciuto è Trogisio de Taurasi dei Sanseverino, passa al figlio Alamo de Taurasi e da costui al nipote Ruggiero de Castelvetere; 1154: t.r.r.s. (طشز, Tavra), è nominata da Abu Abd Allah Muhammed al-Idrisi, nel Libro del Re Ruggieri; 1197: tra le sue mura si rifugia la contessa di Avellino Pierronne de Aquila, passa a Pagano de Paris; 1238: Enrico de Taurasi viene privato del castello che nel 1252 viene addirittura confiscato da Federico II e poi donato a Manfredi Maletta; 1259: rientra nel possesso Enrico de Taurasi, che lo terrà fino al 1289. Morto Enrico, diventa erede la nipote Taurisina de Taurasi e per “maritati nomine” passa ad Enrico de san Barbato; 1338: possesso di Margherita Gesualdo e sempre per via matrimoniale a Bertrando Lautrec. 1418: proprietari i Caracciolo, che furono portatori di grandi guai, nel 1461, essendo feudatario Giacomo Caracciolo, il palazzo viene bombardato e saccheggiato dai soldati aragonesi, i danni subiti furono ingenti tanto che il Caracciolo chiese al re di esentare i taurasini dal pagare le tasse; 1480: proprietario è Luigi III Gesualdo; 1499: passa ai Pignatelli e poi a Consalvo Fernandes d’Aghilar de Corduba, detto “il Gran Capitano”; 1506: ritorna a Luigi III Gesualdo; passa a Fabrizio I; Luigi IV; Fabrizio II e a Carlo (12° signore di Taurasi dal 1596). Il principe madrigalista amò talmente Taurasi, da lasciarne evidenti tracce nel suo testamento redatto nel 1608, scrive: “Dichiaro voglio et ordino che esecutrice di questo mio testamento et ultima volontà ho destinato la Signora Principessa Donna Eleonora d’Este mia carissima consorte […] et non volendo stare in Gesualdo, se possa ad eletione sua erigere l’habitatione di Taurasi o di Napoli […]”. In questo palazzo, il principe trascorre la sua spensierata infanzia -fino al 1572, quando con tutta la famiglia si trasferisce in Napoli- e qui che impara i primi rudimenti dell’arte musicale. Quando il padre glielo lascia in eredità, dopo le seconde nozze con Eleonora d’Este, trova il palazzo ormai, in pietose condizioni e lo fa ristrutturare ex-novo; 1636: da Isabella Gesualdo, viene acquistato da Niccolò Ludovisi dei principi di Piombino; 1668: Giovan Battista Ludovisi cedette il feudo (con il palazzo) alla Corte regia perché oberato dai debiti, e pochi anni dopo esso venne acquistato da Isabella della Marra, finché passò poi ai Carafa d’Aragona; 1726: da questi venne alienato per circa 30.000 ducati a Carmine Latilla; 1732: subisce gravi danni dal terremoto; 1794, ottobre: il palazzo viene confiscato; 1807: nella “Contribuzione Fondiaria” si legge: “Sezione A: Fontana: n. 194 Latilla Marchese, abitante in Napoli, casa di soprani 11, sottani 11. Cortile coverto e scoverto, cantina sottoposta. N. 195 Giardino murato, 2, 1° classe”; 1815, ne diviene proprietario il Banco del Regno delle Due Sicilie; 1834, 30 aprile: il palazzo viene acquistato dai d’Aulisio Garigliota; 1826, 5 gennaio: la torre e le due stanze adiacenti, “[…] ove sono riposti i generi di grano e granone […] sono dati in fitto al canonico d. Felice de Arena […] obbligandosi ben tenere e non deteriore detto Locale da buon padre di famiglia, e giusta le norme della legge segnate”; … Per via matrimoniale passa ai Nobile; 1926, 20 febbraio: si legge: “[…] Che il frammento della antica Arx dei Romani e del Castello trasformato in abitazioni private, […] siti nel Comune di Taurasi (Avellino) hanno importante interesse archeologico e sono sottoposti alle disposizioni contenute […]”; 1981, gennaio: a seguito del rovinoso sisma del 23 novembre 1980, il palazzo viene ingabbiato da tubi di ferro ed è sottoposto a vincolo ai sensi della L. 1089/39 dalla Soprintendenza ai B.A.A.S. di Avellino e Salerno; 1996: il Comune incarica la Comunità Montana Terminio-Cervialto per la ricerca di fondi per il restauro; 2004, 23 gennaio: si danno inizio ai lavori del restauro, il 19 aprile, si conclude l’iter procedurale per l’acquisizione del palazzo da parte del Comune di Taurasi; 2006, 23 novembre: fine del restauro e riapertura definitiva.“cappella di s. Pietro a Castello” (san Petri de castro Taurasij)

Sorta, con molta probabilità, contestualmente al palazzo, in quanto dedicata a s. Pietro, primo papa, di questa cappella si hanno notizie certe dal 1577, quando feudatari i Gesualdo erano di “[…] jus Padronato di S. Pietro nel Castello sito nella Terra di Taurasi […]”. Fatta rimodellare dal principe Carlo Gesualdo sul finire del Cinquecento; ha un soffitto con volta a botte e ornata da un altare in marmo. Rinnovata in forma barocca con l’aggiunta di stucchi nel XVIII sec., quando divenne “ […] Benefizio: di s. Pietro a Castello, di padronato del marchese Latilla”. Restaurata nel 2006.

 

2. UBICAZIONE
Largo Duomo.

3. DESCRIZIONE
Facciata molto articolata, a sinistra si osserva il mastio (a pianta quadrata), il cui esterno è costituito da rincorsi paralleli di conci regolari nel basamento con ammorsature angolari in blocchi squadrati di travertino, provenienti da edifici di epoca romana. La parte superiore non è databile e presenta pietre di calcare tagliate con irregolarità. L’alta a sud è stata aggiunta successivamente. Mediante un grande portale d’ingresso ad arco che porta in chiave lo stemma Gesualdo-Este, si accede al giardino, mediante una scalea si sale ai piani superiori organizzati su due livelli; nel primo piano nobile un immenso salone, già adibito a “corte de justixia”; attigua è la cappella di s. Pietro a Castello.


4. DA VEDERE
Nel mastio, la bellissima scalinata elicoidale; in via Belvedere, ciò che resta del muro di cinta.

5. CURIOSITA’
Chiamato dai taurasini: “Castello”, familiarmente “palàzzo ‘e Cavallère” (palazzo delle Cavallerizze), la curiosa denominazione risiede nel fatto che Francesco d’Ausilio Garigliota, proprietario, portava il titolo di “cavaliere” ed aveva solo figlie femmine. In questo palazzo nacque Carlo Gesualdo, celebre madrigalista.
E’ stato ospite Carlo I d’Angiò, il 20 giugno 1279, martedì a Taurasi [Taurasii] …; gli ordina perciò di fargli trovare abbondante fodro per la sua corte e per il suo seguito e per i cavalli. …” Benedetto Latilla, vescovo di Avellino e Frigento, dal 1754 al 1760.

6. ALTRO
Hanno sede:
il “Museo Archeologico Taurasi”, con ritrovamenti dell’età Eneolitica e l’”Enoteca Regionale dei Vini d’Irpinia”, istituita con L.R. n. 8 del 2004. Nelle scuderie, il “Percorso Sensoriale Tau”.

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Museum Hours

9:30–6:00, Monday Until 8:00

Museum Location

2270 S Real Camino Lake California

The Loquet Museum fuels a journey of discovery across time to enable
solutions for a brighter future rich in nature and culture.