CHIESA DEL SS. ROSARIO

CHIESA DEL SS. ROSARIO

“Ha inoltre Taurasi un’altra pubblica chiesa sotto la invocazione del Ss. Rosario, adorna anche di buoni marmi e pitture […]”

1. CRONOLOGIA
“Ha inoltre Taurasi un’altra pubblica chiesa sotto la invocazione del Ss. Rosario, adorna anche di buoni marmi e pitture […]”, così scrive lo Zigarelli. Tutto ha inizio (o termina, non si sa con sicurezza) “jam ab anno 1582 in hac terra Taurasii a fratribus ordinis praedicatorum a fundamentis erectam et cum conventu habitatam”, quando dietro richiesta dei pp. Domenicani con l’aiuto di facoltosi taurasini e per volere di Fabrizio II Gesualdo viene edificata questa chiesa. 1614-1620: Giannantonio Gonnella fa costruire sull’altare maggiore una imponente cornice in legno dorato per ospitare in modo degno la splendida opera di Giovanni Balducci, dono di Eleonora d’Este; 1666, 23 aprile: nella cripta vengono riposte le spoglie del principe Tiberio Carafa; 1732: subisce gravi danni da un violento sisma; 1793: dopo i necessari lavori di restauro, grazie ai denari di f. Vincenzo Censale domenicano, viene rifatta dalle fondamenta, in forma più elegante, ampliata con l’aggiunta della sacristia, del coro ed arredata con cura e provvista di pulpito (ora scomparso) e vi furono delle novità perché nei muri interni furono ricavate sei cappelle – tre per lato – ad arco tutto sesto, con altari per i quadri su di essi; 1796, 17 maggio: il vescovo di Avellino e Frigento d. Sebastiano de Rosa, consacra l’Altare Maggiore; 1870: la chiesa con tutti gli annessi viene incamerata dal Comune; 1919: ai lati della scalinata di accesso viene creato il c.d. “Parco della Rimembranza”, dove vengono sepolti i Caduti della Prima Guerra Mondiale; la chiesa ”[… ] sotto l’ala edace del tempo nel 1932 veniva ridotto ad un cumulo di macerie per il crollo della volta che travolgeva tutto […]”; 1942: grazie agli sforzi ammirabili di Tommaso Camuso fu Benigno e Michele Santosuosso fu Alessandro venne ricostruita in meno di un anno; ne continuarono l’opera Antonio Caggiano fu Pietro, Luigi Giovino, Giovanni Castagna, Luigi Camuso, Michele Caggiano, Alfonzo Caggiano e Gaetano Ventullo; 1956: la chiesa viene abbellita con il pavimento e il cassettone grazie ai collettori Benigno Camuso, Antonio Caggiano fu Benigno, Luigi Fratestefano e Antonio Giovino e con il contributo dei taurasini emigrati negli U.S.A.; 1963: lavori effettuati dopo il sisma; 1969-1970: un dubbio “restauro” modifica l’originaria connotazione; 1981: vengono effettuati ulteriori lavori di restauro, dopo il sisma del 23 novembre 1980, comunque i danni subiti sono pochi fortunatamente; 2004: con un ulteriore restauro, si è cercato di riportarla alla primitiva bellezza. Si è ripristinata la volta a botte e si è recuperato la cripta, al di sotto del pavimento, di notevoli dimensioni; 2008, 24 settembre: riaperta al culto, benedetta dal vescovo di Avellino, d. Francesco Marino.


2. UBICAZIONE
Via Municipio.

3. DESCRIZIONE
La chiesa ha la facciata a capanna e presenta un bel portale in pietra sormontato da una lunetta semicircolare dove all’interno si osserva un affresco, raffigurante s. Domenico de Guzman, opera di Ciriaco D’Indio (anni Cinquanta del XX sec.), al di sopra un ampio finestrone rotondeggiante. L’interno ad unica navata, adornata da colonne rinascimentali, commiste a fregi barocchi raffiguranti angeli, papi e santi; alle pareti vi sono sei altari marmorei. Sulla destra vi è una piccola cappella dedicata a s. Domenico e dalla sagrestia, attraverso una porta si accede al piano superiore. E’ comunemente chiamata “Convento”.

4. DA VEDERE
Sull’altare maggiore la “Beata Vergine del Rosario”, di Giovanni Balducci (1599);
“Sacra Famiglia” di Giacinto Diano (1797);
“San Michele Arcangelo”, di Michele A. Ricciardi; acquasantiera in marmo rosa (XVI sec.), commissionata dai Gesualdo; nella cappella di s. Domenico, parte dell’originario pavimento maiolicato (XVI sec.); al piano superiore, lo stucco di re Davide (XVI sec.).

Museum Hours

9:30–6:00, Monday Until 8:00

Museum Location

2270 S Real Camino Lake California

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